La danza contemporanea rappresenta un’evoluzione straordinaria nel panorama delle arti performative, ponendo al centro l’espressività individuale e la libertà creativa.

Cenni storici:

Lo stile contemporaneo si afferma nel periodo successivo alla Seconda guerra mondiale, prendendo piede sia in Europa sia negli Stati Uniti. Nasce come prosecuzione della rivoluzione artistica avviata dalla danza moderna, puntando su nuove forme di espressione corporea che includono, talvolta, elementi teatrali come la recitazione.
In Italia, la danza contemporanea conosce un importante sviluppo grazie a Carolyn Carlson, figura cardine della scena artistica. Durante il suo mandato come direttrice del settore Teatro e Danza La Fenice (1981-1984), Carlson ha formato una generazione di danzatori italiani che si è distinta per creatività e innovazione, lasciando un’impronta duratura nel panorama nazionale.

Innovazione:

Il ruolo del danzatore contemporaneo si distingue per l’emancipazione e l’autorialità. A differenza del passato, il coreografo concede maggiore spazio alla creatività del danzatore, trasformandolo in un co-creatore dell’opera artistica.

L’improvvisazione emerge come strumento centrale nella creazione coreografica. Questa tecnica favorisce un ascolto profondo del corpo, dell’ambiente circostante e dell’interazione con altri danzatori. È attraverso l’improvvisazione che le idee prendono forma e si traducono in movimenti, elaborati successivamente per creare il materiale coreografico da inserire nelle performance.

Inoltre, la danza contemporanea valorizza l’individualità di ogni danzatore. Ogni corpo, con le sue peculiarità, diventa una fonte unica di movimento e linguaggio. Le differenze non sono soltanto accettate, ma anche esplorate e celebrate come risorse preziose per generare movimenti autentici e significativi.

Grazie a questo approccio, la danza contemporanea si configura come un’arte inclusiva e dinamica, capace di riflettere la diversità e la complessità dell’esperienza umana.