PENTALOGO PER FOTO MIGLIORI DURANTE LE VACANZE
di Paolo Matteoni


Un “pentalogo” (si dice?) facile da comprendere, non tanto difficile da mettere in atto, che riassume cosa chiedersi prima di scattare; sono sicuro che queste riflessioni ci serviranno a fare delle foto migliori. Gli smartphone hanno il grande pregio fotografico di fare tutto il lavoro tecnico per conto nostro e riescono a farlo mediamente bene. Una cosa che non possono fare è metterci il cervello e il cuore necessari per scegliere soggetto, inquadratura e momento giusto perché la foto racconti qualcosa a chi la guarda. Questa fatica, duole dirlo, è il nostro compito. Alcuni consigli pratici e riflessioni a cura di Paolo Matteoni, da anni fotografo ufficiale di Max Ballet Academy

Quest’estate, come del resto anche le estati trascorse, i nostri social networks sono stati invasi da foto che hanno documentato le nostre attività vacanziere.

Sia che siamo stati al mare, ai monti, in località più o meno lontane, abbiamo sentito il bisogno di farlo sapere all’orbe terracqueo del web. I nostri scatti hanno sovrappopolato Instagram, Twitter, Facebook di bambini che fanno i castelli di sabbia, tramonti sui laghi, verdeggianti brughiere britanniche, assolati deserti di continenti stranieri e via mostrando.

Queste immagini senz’altro hanno un grande significato per noi, ma riescono a trasmettere poco a chi le guarda, finendo per creare un unico rumore di fondo dove niente emerge dalla massa. Come mai?

È sicuramente colpa nostra; abbiamo dimenticato che il mondo dell’immagine ha un suo linguaggio narrativo e che provare a seguirne poche regole farà diventare le nostre foto migliori, cioè in grado di comunicare qualcosa anche a chi non ci ha materialmente seguito nelle nostre avventure estive.

Corrisponde a verità il fatto che pochi di noi amano la fotografia; è vero anche che per lo più usiamo gli smartphone che ci esimono da qualsiasi conoscenza tecnica. Ma proprio per questo, poiché fotografare è principalmente inquadrare qualcosa che ci interessa e poi premere un pulsante, spendiamo qualche attimo a riflettere cosa stiamo facendo prima di sfiorare il virtuale pulsante rosso della nostra camera. Le domande da farsi sono poche, qui sintetizzate:

  1. C’è qualcosa che non c’entra nulla con ciò che vogliamo fotografare? Riusciamo ad escluderla dalla nostra inquadratura spostandosi un po’?
  2. Riusciamo a rendere chiaro nella nostra fotografia qual è il soggetto protagonista (una persona, una porta, un lampione, un piede o qualsiasi cosa) e come interagisce con ciò che ha intorno?
  3. Siamo sicuri che il nostro soggetto principale debba stare esattamente al centro oppure collocandolo un po’ spostato riusciamo a rendere tutto più interessante?
  4. L’orizzonte della nostra fotografia è dritto?
  5. Infine, e questo è un po’ più difficile, ma vale la pena provarci, riusciamo a dare alla nostra foto la nostra impronta personale, il nostro punto di vista, in modo che sia diversa (anche solo un po’) dalle miliardi che abbiamo già visto?